Cinque torrioni circolari sporgevano dalle mura settentrionali ed occidentali e proprio in questa zona, ritenuta più debole, era avvenuto l’attacco farnesiano. Si provvide, quindi a dotarla di un fossato con strada coperta e spalti anteposti alle vecchie muraglie.
Nel 1687 la Camera Apostolica, dopo aver confiscato dal 1592 la metà del territorio trevinanese, ricostituì l’unità territoriale acquistando anche la metà passata ai Simoncelli. Il territorio riunificato fu dato in feudo ed in parte venduto al Marchese Gian Mattia Bourbon del Monte che avrebbe vantato, poi i diritti ereditari dei Monaldeschi, in quanto l’ultima del ramo della Cervara: Anna Maria, figlia di Monaldo, aveva sposato il 22 aprile 1699 Gian Mattia (14.11. 1657–1709). La vedova sopravvisse fino al 1765 e morì a Roma. Il matrimonio fu patrocinato dalla Regina Cristina di Svezia di cui Gian Mattia era “Gentiluomo”, mentre il padre Orazio, era “Gran Scudiero”, confidente, ed esecutore testamentario.
La dominazione dei Bourbon del Monte (con il titolo di Barone di Trevinano) arrivò intatta fino alla fine del XIX sec. Quando il Marchese Guidobaldo vendette al Marchese Caen il disastrato castello di Torre Alfina. Il caminetto del salone centrale con i tre gigli d’oro e brisura su fondo blu dei Bourbon del Monte fu trasportato da Torre Alfina e ricostruito, a ricordo di tale vendita,nel salone principale del Castello. Il marchese Pompeo, (nato a Roma il13.12.1683 e morto a Torre Alfina il 5.1.1747) figlio di Anna Maria e di Gian Mattia sposò a sua volta Anna Rosa di Paolo Antonio Monaldeschi di Orvieto anche essa erede della sua famiglia, morta il 13.9.1742.
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